Prendiamo casi di vita reale come esempio: in questo caso abbiamo uno sviluppatore web molto specializzato.

Andrea è un navigato Flash developer, è nato all’inizio dell’era delle DOT.COM ed è il tipico caso di specializzazione verticale: sforna flash dal 1999. Piccola specificazione: ci sono lavori per cui è obbligatorio un determinato percorso, difficilmente siete avvocati senza aver fatto giurisprudenza;
in altri ambiti stimati professionisti hanno un passato da autodidatta, come ad esempio i fotografi.
Flash, essendo una tecnologia che non ha 200 anni di storia, è privo di atenei che possano insegnarvene i segreti e insignirvi di altisonanti titoli che vi spalanchino le porte delle agenzie.Flash si impara sul campo e solo quello attesta quanto siete bravi.
Per questa ragione la laurea in informatica di Andrea conta poco a fronte dei 10 anni di esperienza.

Partiamo dal contesto in cui circolerà il cv:
agenzie web ed agenzie di comunicazione.

In questo contesto Andrea l’esperienza è valutata secondo due criteri:
1) importanza dei brand, agenzie e clienti delle stesse, per cui ha lavorato
2) il livello tecnico cui è arrivato.

Markettari e ingegneri litigherebbero all’infinito su a quale dei due punti dare priorità.
Il nostro uomo ha fatto lavori titanici per marchi titanici, non ha nulla da temere in nessun caso:
esporre un lavoro in funzione del brand comporta anche metterne in luce le competenze tecniche;
vi pare che Sony darebbe in mano un sito a un quaraquaqua tecnicamente incapace?

In questo caso, visto che stiamo parlando di scintillanti contesti di design & comunicazione, possiamo concederci il vezzo di un tocco un attimo più visuale; introduciamo quindi una nuova sezione: Top works.

Come abbiamo detto negli articoli precedenti il formato standard è così strutturato.

1) anagrafica
2) formazione
3) competenze
4) esperienze lavorative

Bene, in questo caso sconvolgiamo completamente:

1) top works
2) esperienze lavorative + competenze
3) anagrafica + formazione

Spiegazione: top works consta in una tabella da una riga e tre colonne dove metteremo un’immagine e una mini descrizione per i lavori più prestigiosi.
In questo caso abbiamo un trittico di tutto rispetto:
Sony | Samsung | Swarovski.

Ogni esperienza lavorativa sarà così strutturata:
1) periodo
2) nome agenzia
3) marchi seguiti

Accorpiamo le skill alle esperienze lavorative, eviteremo di scrivere che in ogni agenzia abbiamo interfacciato flash con database, XML, ecc…

Successivamente creiamo un ultimo riquadro dove riassumiamo anagrafica e titolo di studio.
Perché così sbrigativi?
A questo punto l’unica informazione rilevante per chi legge è il telefono o l’email.

In questo caso possiamo osare sull’intestazione:
Sotto il nome possiamo indicare un payoff.
Ipotizziamo un: “heavy flash developer”:
è una cosa un po’ ardita che solo i veri senior possono permettersi; se non ti sei ancora fatto le ossa non usarlo oppure inventane uno che non spacci ottone per oro.

Con questa formula otteniamo il seguente risultato:

– l’intestazione fa da apertura e indica che tipo di professionalità si ha
– top works indica il livello di professionalità in senso qualitativo
– le esperienze lavorative ne danno una connotazione quantitativa

In sostanza:

Abbiamo fatto un’ipotesi nell’intestazione e l’abbiamo dimostrata nel resto del documento.

questo è un bellissimo e raffinatissimo schizzo di come dovrebbbe venire il Cv del nostro Flasharo

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