Questo articolo è dedicato a quella fascia di persone che ha un po’ di esperienza alle spalle: ha visto più di un’azienda come dipendente oppure come freelance.

Il modello che abbiamo visto nel caso di Andrea è generalizzabile con qualche rifinitura per l’intera area del design, dell’advertising e del marketing.
A ben pensarci, proprio in quanto risultato di una generalizzazione, é utilizzabile anche in altri ambiti oltre a quelli citati, vedete voi se può adattarsi anche al vostro caso.

Partiamo da un presupposto: fate uno di quei lavori in cui oltre al cv serve avere anche un portfolio.
Se rientrate nella categoria di grafici, web-designer, fotografi, industrial designer, et similia avrete un bel pdf con tutti i lavori più importanti e messi in bella mostra.

Bene.

Adesso prendete i tre migliori e metteteli dentro la sezione top works.

Sotto a top works aggiungiamo un riquadro ulteriore con il link del vostro portfolio.
Il riquadro è largo come tutta la pagina, aggiungendo “download portfolio” accanto al link del PDF abbiamo il “call to action” che ci interessa.
In questo caso l’obbiettivo é far leva sulla curiosità di cliccare il link del pdf.

Poi abbiamo le colonne strutturate come il caso precedente: i lavori sulla sinistra e le skill + i contatti sulla destra.

Qualcuno potrebbe muovermi l’obiezione
“ma perché non mettere il link del sito personale invece del portfolio?”
A mio modesto avviso il pdf ha un vantaggio:
Essendo la navigazione monodirezionale come un libro, l’utente sfoglia velocemente l’artefatto, non deve quindi perdere tempo a pensare quale sezione del sito visitare e si sorbisce tutta la vostra produzione in un colpo solo.

Se poi sfogliando l’esaminatore si sofferma su una foto o immagine, abbiamo fatto bingo.

ecco qua, come al solito, la bellissima immagine di riferimento

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