Premessa: questo articolo è per il target del libro, se non capite qualcosa è probabilmente un inside joke da addetti ai lavori del settore della comunicazione.

La copertina parte subito con 2 elementi che ci suonano familiari:

  • chissà dove ho già visto quelle 2 letterine dentro quella forma vettoriale
  • anche quel “Underscore + Def” ha un che di dannatamente familiare

Ma andando oltre la copertina, vediamo un po’ di che stiamo parlando…

Il libro Agenzia_def ha l’intento / la mission/ la pretesa (vedetela un po’ come volete) di spiegare come impostare un’agenzia di comunicazione in modo tale che: funzioni, i dipendenti non vadano in burnout dopo 5 minuti, e magari porti a casa anche un po’ di utili.

Ora

Lo scenario medio di un’agenzia è circa questo: anche se non sei nella Milano da bere, ti trovi a lavorare come un pazzo, devi star dietro a richieste di modifiche inutili e altre mille amenità (amenità che chi legge ha già intuito).

Molti sono fattori esogeni: i clienti sono quello che sono, hanno spesso un background non indicatissimo per comprendere la bontà di un elaborato creativo, e certe dinamiche si possono tamponare fino a un certo punto.

Altri fattori però dipendono da noi: spesso ci sono questioni organizzative e di processo che costituiscono un cono di bottiglia, e spesso il un punto di vista interno impedisce lo scorgere i contorni precisi del problema di turno.

Cosa vuol fare il libro?

In sostanza il libro vuole:

  1. stopparti un attimo dalla vita ansiogena di tutti i giorni
  2. prendere uno per uno tutti gli argomenti su cui dovresti ragionare se hai un’agenzia: dal tuo target persona, al crm, fino alle procedure interne
  3. farti rendere conto che sei un po’ il ciabattino con le scarpe rotte (in fondo, l’hai sempre saputo).

Ogni capitolo racconta gli errori tipici che ogni operatore della comunicazione fa, dal freelance all’agenzia completa, tutti, più o meno, incappiamo in una serie di errori, errori classici come “Una poltrona per due il 24 dicembre su italia 1”:

  • un pricing senza metodo
  • tutte le rogne relative al preventivo
  • team e altri terremoti interni
  • numeri per far quadrare i conti

La cosa più divertente: il tone of voice

Il libro non è uno snervante e tossico ottimismo che aleggia in tanti testi: dice le cose pane al pane,  scherza sui drammi dove ridiamo/piangiamo solo noi condannati al copy, al design e alla strategy.

Sì, solo noi addetti ai lavori della comunicazione;
noi che dobbiamo fare il logo più grosso e metterci il cane del parón come mascotte nella brochure;
noi che -un giorno dopo l’altro- ci destreggiamo in maniera funambolesca fra una modifica e una gara;
noi che dobbiamo spiegarvi che non potete essere i primi su Google in 2 giorni;
noi che non vi compriamo i follower su Instagram per la vostra azienda B2B;
noi che ci arrendiamo e scriviamo che siete un’azienda con una forte tradizione ma siete anche giovani e dinamici.

P.S. che poi è uno *SPOILER*

Come tradizione di questo genere di libro, ci sono dei materiali bonus.
Non vi anticipo nel dettaglio, ma vi segnalo che c’è una digressione strategica bella corposetta sulla questione preventivo.

Per tutto il resto: qui c’è il sito, divertitevi (*)

(*) e ricordate di mettere “leader di settore” nel copy per il cliente.

P.P.S. il post contiene referral.

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