Fabio Armani è un uomo alla mano che ha l’aria di un chierico da 80º livello specializzato in Agile.
Oggi sono riuscito ad agguantarlo per un incantesimo che porti clienti bellissimi e puntuali nei pagamenti un’intervista.
Innanzitutto cominciamo da una domanda fondamentale: chi sei e cosa fai?
Ciao Helder, sono Fabio Armani e come vedi qui mi incontri come mentor di Lean Startup Machine, domani potresti incontrarmi a facilitare con un gruppo di top manager una sessione di Lean Change Manegment o di Agile Leadership, un altro giorno in una Inception di Agile Scaling per un grande Program.
Cosa mi ha portato qui? Tante passioni. Ma cerchiamo di mettere un po’ d’ordine tra queste informazioni.
Nella mia carriera ho avuto modo di divenire presto CTO di importanti società internazionali, pur partendo da una laurea in astrofisica.
L’aver avuto modo di lavorare come manager in diversi contesti – che spaziavano dalla ricerca in computer music (IRIS) alla grande industria (Augusta Westland) – mi ha consentito di capire come aspetti sincretici, basati su un pensiero (direi filosofia) empirica sia fondamentali per cercare di capire e di agire in ambiti di alta complessità sistemica.
Ecco perchè presto l’interesse (direi quasi passione) per Lean e Agile prima e per discipline meno legate all’IT poi come Lean Startup, Lean Change, …Quando ho fondato la mia società OpenWare, pensavo proprio a questa opportunità di combinare elementi diversi.
Nell’ambito delle consulenze manageriali ci sono più mondi, nel film “Welcome to the jungle“ viene fatta vedere una divertente parodia di quelle sessioni motivazionali basate su campeggi con i colleghi per creare spirito di squadra. Ti è mai capitato di fare cose del genere, oppure tu hai sempre fatto altro?
Negli ultimi anni ho avuto l’opportunità di realizzare e facilitare delle sessioni di LiftOff per lanciare iniziative di Lean Agile Transition con alcune aziende. Durante questi ‘off-site’ (in località veramente belle ed interessanti) abbiamo avuto modo di utilizzare molte tecniche di co-creazione che andavano dagli ‘ice-breaker’ alle sessioni di ‘futur-spective’ alle simulazioni con il LEGO. Quello che ha sempre contato è stata la possibilità di unire più punti di vista e più capacità creative per poter andare oltre gli schemi ed allo stesso tempo essere pragmatici.
Probabilmente anche il fatto di essere un musicista e compositore Jazz ha contribuito nel tempo al successo delle iniziative che intraprendo con sempre più realtà organizzative.
Potresti farci un simpatico elenco di sistemi/framework imperdibili per chi oggi si trova a gestire le complessità dei business quadri dimensionale attuale?
Ci ne sono veramente molti. Prima di elencarne alcuni vorrei sottolineare che per me questi sono solo dei ‘thinking-tools- che devono integrare un pensiero e un approccio sistemico orientato all’empirismo (vedere il concetto di trasparenza, ‘Inspect & Adapt’ di un framework metodologico come Scrum).
Tra i vari direi certamente che il Business Model Canvas di Osterwalder e il Lean Canvas di Ash Maurya rivestono un ruolo molto importante per quanto riguarda l’innovazione dei modelli di business.
Parlando del Lean Canvas è interessante come in un approccio Lean Agile il Product Owner (in pratica il ‘customer on-site’ di Scrum) questo divenga parte di un insieme di strumenti volto alla continua innovazione e la ricerca del valore. Più specificatamente, le fasi iniziali di realizzazione di un prodotto (Inception) dovrebbero prevedere la creazione di un VISION CANVAS (altro strumento molto utile in fase di ideazione e condivisione di Vision e Mission) assieme alla definizione di un primo Lean Canvas (o Business Model Canvas).
Voglio ora elencare un paio di altri tool.
- Il primo si chiama Opportunity Canvas ed è un’estensione del Lean Canvas concepito da Jeff Patton (ideatore della User Story Map). Diversamente dai precedenti Canvas, l’’Opportunity Canvas consente di gestire opportunità per un prodotto pre-esistente e non solo per l’ideazione di un nuovo prodotto.
- In secondo di questa lista (non esaustiva) si chiama Impact Map, ed è stata ideata da Goiko Adzic. Questa mappa (che ricorda dal punto di vista della struttura una Mind Map) consente di prendere decisioni strategiche guidate da un pensiero orientato al ‘customer’ e all’impatto delle sue scelte e/o bisogni.
Per ognuno di questi tool ho elaborato un insieme di workshop e che possono sia servire a livello di ‘training’, sia nella concretezza delle attività di coaching press clienti.
LEGO Serious Play è solo uno dei giochi che sono entrati nei board aziendali, puoi farci una mappa delle categorie esistenti?
Esistono molti ‘giochi’ e/o simulazioni. La funzione di questi può essere suddivisa in più categorie. Tenterò di elencarne qui alcune.
Una prima categoria riguarda quei giochi che volti alla creatività e all’innovazione. Qui ovviamente LSP, Design Thinking, … (vedere http://www.tastycupcakes.org )
Simulazioni volte al miglioramento continuo. Chi conosce Scrum avrà certo sentito parlare delle retrospettive (meeting che si ripetono ad ogni iterazione/Sprint). Questi incontri servono al perfezionamento continuo dei team e hanno una base comune con il pensiero Lean del Kaizen e del ciclo di Deming. Facilitare una retrospective è un’opportunità decisamente interessante di interazione con gli altri membri di un team, in cui la creatività e l’opportunità di trattare di argomenti anche difficili. Ecco perchè disporre di ‘giochi’ e/o simulazioni è fondamentale. Per fortuna per noi ne esistono molti e molte sorgenti in Internet (tra le varie: www.funretrospective.com)
Creatività pura e pensiero laterale. Tra questi mi diverto a ricordare un mazzo di carte molto particolare ideato nel 1975 da Brian Eno (noto musicista e compositore) e Peter Schmidt che si chiamano STRATEGIE OBLIQUE. Le ho usate in diversi contesti, dalla musica all’innovazione. Ecco una delle carte: “Breathe more deeply”. Accanto a queste spesso associo altre carte particolari come quelle di Michael Michalko “Thinkpack. A Brainstorming Card Deck” o “Innovative Whack Pack” di Roger Von Oech.
Visto che sei grand master blaster della lean, che libri consigli ad un pubblico italiano? Ma soprattutto in che ordine andrebbero letti? Spesso affrontando queste cose capita si crei confusione a causa del fatto che si cominci dal libro sbagliato.
Ecco alcuni libri – in italiano – che mi sono molto piaciuti:
- “Partire leggeri. Il metodo Lean Startup: innovazione senza sprechi per nuovi business di successo” – Eric Ries
- “Fare il doppio in metà tempo. Puntare al successo con il metodo Scrum” – Jeff Sutherland
- “Managing to Learn (Italian)” di John Shook
- “Scrum e Kanban” come ottenere il meglio da entrambi” H. Kniberg (traduzione curata da me)