Cominciamo con una confessione: sono sempre stato uno di quelli che sollevava dubbi nei confronti delle campagne di Taffo e più in genere su varie forme di instant marketing, fino a quando non ho visto una conferenza di Nicola Taffo all’evento di performance strategies. Le mie riserve su l’instant marketing non sono cambiate moltissimo ma vedendo “srotolata” la strategia di Taffo, devo dire che ne ho colto aspetti significativi che non avevo considerato.

Call to action all’ennesima potenza

Il Taffo che conosciamo è il risultato della scissione di un’azienda a conduzione familiare: in pratica un bisticcio fra fratelli titolari ha portato alla nascita di due Taffo. Il buon Nicola, figlio di uno dei due fratelli, decide, contro tutti gli scetticismi in casa, di gestire la comunicazione della neonata azienda.

All’inizio creare un cartellone recante il pittogramma del logo, senza nome e solo con il numero di telefono.
Una campagna completamente black box, che porta un po’ di telefonate di curiosità, curiosità che viene risolta successivamente con una versione integrale del cartellone.

Fin qui tutto bene:

  • raggiunto l’obiettivo fissare nella mente il numero di telefono
  • creata un po’ di curiosità sul territorio di riferimento.

Facebook e tutta la storia che conosciamo

Le campagne di Ceres stuzzicano l’immaginazione di Nicola che decide di seguirne l’esempio sfornando immagini divertenti sul tema della morte. Va detto che Nicola riesce sempre a giocare con ironia e stile su un argomento delicato come la morte, e in tutti questi anni riesce a tenere un registro perfetto che non scade mai nel volgare o sul macabro.

L’efficacia della campagna

Bene, tutto molto bello e divertente, ma quanto funziona?
Ebbene, nel caso specifico funziona al 100% per le seguenti ragioni:

  1. La viralità su internet è un conto, la copertura sul target è un’altra.
    In questo caso le campagne hanno talmente saturo il buzz locale -ovvero il chiacchiericcio di quartiere- che Nicola viene regolarmente fermato per strada. Quindi il buon nome che si è fatto Nicola, ha fatto  che sia “top of mind” nel suo mercato di riferimento.
  2. La call to action è la costante di ogni singolo post
    Il numero di telefono di cui parlavamo prima viene ripetuto ogni volta.
  3. Il numero di telefono non è casuale
    Dovete sapere che 31 è il numero con cui iniziano la gran parte dei numeri di telefono di quella zona, quindi accaparrarsi il 313131 è stato pianificato sin dall’origine.
  4. Taffo ha portato a casa una revenue stream in più
    la notorietà della pagina è tale che Taffo è stato contattato più volte dalle agenzie per qualche collaborazione, creando così un’entrata in più (cosa del tutto inipotizzabile per una qualsiasi altra azienda del suo mercato).

Fuori concorso: grande merito a Taffo per aver messo a disposizione la sua brand awarness a favore di iniziative sociali e no profit.

Perché non possiamo essere tutti Taffo

Se siamo una realtà locale, cercare di emulare un lavoro come quello di Taffo implica rimanere attaccati ogni giorno alla rincorsa dell’ultimo trend, la quantità di soldi necessari, a meno di non disporre di appositi laureati IED schiavizzati, ha un rapporto costo opportunità non efficiente.

  • Supponiamo che succedano 2 fatti oggetto di meme alla settimana.
  • Supponiamo di pagare ogni immagine 500€.

Veramente una PMI media può spendere 48.000€ all’anno ( più altri 48 per le facebook ads)?

Ma soprattutto siete così sicuri che tutti gli eventi “memabili” possano collegarsi efficacemente al vostro prodotto o brand?

 

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