Oggi intervisto una macchina da guerra dei Facebook Ads: Francesco Agostinis.
Perché lo chiamo “macchina da guerra”? Lo scoprirete alla seconda domanda.

Cominciamo dall’inizio: raccontaci come hai cominciato e cosa fai attualmente.

Ho cominciato organizzando eventi a Trieste per università.
Poi ho lavorato per Pagine gialle, dove ho imparato a vendere da alcuni grandi maestri.
5 anni fa poi ho iniziato a usare Facebook Ads ed è andata bene.
Ora gestisco qualche centinaio di migliaia di $ di campagne l’anno, ho diversi collaboratori, un azienda in Italia con il mio socio Valerio Celletti (grandissimo Adwords advertiser) e un azienda a Hong Kong, Viral octopus, con la quale forniamo servizi (campagne, strategie, content etc) a ecommerce e aziende in tutto il mondo.

“L’advertising Facebook serve solo alle corporation oppure può essere utile anche alle piccole aziende?”
Era la domanda che originariamente volevo scrivere, non fosse che hai appena postato su LinkedIn un report sulla promozione di un piccolo negozio ortofrutticolo di provincia.
Naturalmente la mia era una domanda semi-retorica, ma questo caso -dove un budget di 100€ porta a casa risultati interessanti- è particolarmente indicativo.
Secondo te sta cambiando il consumo il modo di consumare online?

Le persone cercano informazioni, cercano valore. Se lo forniamo in modo costante e diamo loro un vero motivo, decidono di comprare da noi e non da altri.
Possiamo comunque iniziare il ragionamento da più lontano: le persone come reagiscono alla pubblicità? cosa le porta a comprare?
Tenendo conto che il 42% degli Italiani non riconosce un contenuto organico da uno pubblicitario, è abbastanza intuibile come facendo informazione corretta possono arrivare centinaia di potenziali clienti. Se poi ragioniamo su quali contenuti creare e perchè crearli il gioco si semplifica. Il problema è solo che pochi pensano al perchè delle azioni che stanno facendo, soprattutto se parliamo di Marketing online.

Quali sono secondo te gli errori più frequenti delle PMI che si approcciano all’advertising attraverso Facebook?

Pensano che in poco tempo e con pochi soldi si possano ottenere risultati.
Il che è un enorme fesseria.
Il tempo serve per accumulare dati e poter ottimizzare e scalare le campagne.
I soldi servono per colpire più persone, banalmente.
In Italia per mostrare un annuncio a mille persone si spendono circa 3 euro.
Tuttavia, non basta mostrarlo una volta sola, serve la pazienza che lo vedano nel momento giusto.
Se uno dei due fattori che vi ho indicato qui sopra manca i risultati non arrivano.
Oltretutto, molti pensano che far ridere sia utile, sui social. Cosa che non è quasi mai vera.

Adesso dicci 5 cose giuste che le PMI possono fare per partire con il piede giusto.

Studiare, affidarsi a professionisti, investire, attendere, migliorare. E poi ricominciare dall’inizio.

  • Studiare la tecnica e la teoria del Facebook Marketing (vi consiglio di guardare sui gruppi Facebook a tema e su piattaforme come zest.is).
  • Affidarsi a professionisti e valutarne le capacità in base al portfolio e non alle chiacchiere.
  • Fare numeri veri non è per tutti. Chiedete sempre KPI misurabili, cioè qualcosa che renda misurabile il lavoro.
  • Investire con costanza, non ogni tanto “per provare”. Il Facebook marketing non è un gioco. Per fare le cose come si deve, come detto, il tempo è fondamentale.
  • Migliorare in base ai dati. Senza numeri non si va da nessuna parte, prima di prendere decisioni ragioniamo!

Questi i miei consigli, il resto è solo questione di test.

Facebook è per sua natura B2C , ora però scommetto che mi contraddici e mi spieghi come sei riuscito a fare delle operazioni a target B2B…

In realtà non amo il B2b su Facebook.
Tuttavia un annetto fa abbiam fatto una campagna per acquisire lead per un franchising di ristorazione.
Un po’ di difficoltà a trovare i giusti angoli ma poi quando è partita portava lead validi a 80 cent.
Nulla di incredibile, ma è stato divertente.

Dopo la tempesta di Cambridge Analitica e l’interrogazione in latino dei senatori al nostro Mark, girano voci che siano già cambiate dalla sera* alla mattina molte cose, puoi darci un quadro della situazione?

È cambiato poco in realtà, soprattutto per noi italiani.
In ogni caso ci sono state delle variazioni sulle custom audiences e sui pubblici selezionabili, ma la regola di fare contenuti validi e utili continua a valere.
è tutto più macchinoso, ma nel 2013 era uguale eppure i numeri li facevamo lo stesso, no?

(*) Le API per le applicazioni esterne per esempio.

Signor Agostinis, si faccia una domanda sui Bot e si dia una risposta…

“I bot saranno fondamentali in futuro?”
Risposta: si, ma non quanto accendere il cervello prima di pensare agli strumenti.
Gli utenti si abitueranno a sistemi che gli semplificano la vita (online e offline) e noi dovremmo essere bravi a renderli semplici ed efficaci.
è una sfida che va oltre le piattaforme, ma è poco diverso dal resto del marketing online.

Bonus content: ecco qua una selezione di articoli che Francesco ha postato.

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