Ciao Laureando che sei capitato per sbaglio su questo articolo mentre cercavi tutt’altro, qui ti spiego un metodo come sfruttare al massimo la tesi di laurea che devi fare.

In questo articolo prendo in esame il laureando tipo di scienze della comunicazione / design / altra robaccia da terziario pesante, però in astratto dovrebbe essere applicabile ad un buon numero di facoltà.
Ordunque, cominciamo.

Chi sei tu?

Sei un/una giovane di belle speranze che è venuto/a al mondo in un momento in cui la tecnologia era roba da sfigati, mentre ora è la cosa più cool in assoluto.

Hai passato gli ultimi anni a sorbirti una bombardata di pessimismo cosmico da parte dei TG che sta cercando in tutti i modi di farti prolungare la lagna “c’è crisi, i giovani, etc…”; ora che ti stai per laureare hai una valigia piena di comprensibili punti di domanda.

Bene, se hai intenzione di unirti al lamento collettivo ho un paio di brutte notizie per te:

Molti lagnandosi ottengono risultati vari sia economici che sessuali, se non rientri in una di queste due categorie* entra nell’ordine di idee “pensiamo a cosa si può fare”

Cosa puoi fare?

C’è una cosa che puoi fare e si chiama lead generation.
La lead generation è un concetto made in USA che significa grosso modo

“Sistema attraverso il quale ottieni contatti classificati per il tuo business”

Starai pensando:

“Quindi? Cosa c’entra con me? Io il business non ce l’ho, al massimo ho visto Wall Street – Il denaro non dorme mai e mi sento molto 3N “.

In teoria – anche in pratica se nessuno ti mette i bastoni fra le ruote – puoi utilizzare la tesi come strumento per presentarti alle aziende.

NO, non significa “Metto l’oggetto della mia tesi sul CV in formato europeo e le aziende faranno a gara per avermi”

Significa progettare la tua tesi in maniera che sia un’occasione per parlare con gente giusta all’interno delle aziende che ti interessano.

Quindi procediamo a step:

Individuazione e profilazione del target

  1. individua un tipo di azienda dove ti piacerebbe lavorare
  2. studiati come queste si muovono online: blog aziendale, post su linkedin, cosa fanno/dicono le persone che ci lavorano dentro.
  3. individua punti di aggregazione di quella nicchia: gruppi Facebook, Linkedin, forum, etc..
  4. cerca di capire (per quanto ti è possibile) come ragionano le persone dell’ambiente: che linguaggio usano, come ragionano, che vezzi hanno, etc…

Prototipazione del prodotto

La tua tesi di laurea va intesa come un prodotto che stai prototipando; è un po’ come quando ti arriva l’invito a provare il nuovo servizio di Google in beta: puoi giocarci in anteprima, dire che ne pensi e suggerire funzionalità.
Per ricevere tutte queste informazioni Google ti fornisce un pannello per raccoglierle.

Tu devi ragionare nello stesso modo, la tua tesi deve essere uno strumento per venire ascoltato dalle persone che ti interessano, naturalmente devi avere qualcosa di interessante da dire.

Se per esempio il tuo progetto è “Salve sto facendo uno studio sulla creatività in Italia…” le agenzie si limiteranno a risponderti cortesemente al questionario (se possono) per poi liquidarti alla velocità della luce: sono anni che studenti vari bussano chiedendo sempre più o meno le stesse cose, magari cambiano un po’ i temi per via dei trend del momento, ma la solfa di tipo “statistico” è un classico per riempire quelle pagine che ti separano dal come etilico post festa di laurea. Il problema è che a parte ottenere la laurea – che avresti comunque – non hai molto altro in mano.

Se invece ti focalizzi su un argomento specifico e metti a punto un progetto che sia in qualche modo “interattivo con il tuo interlocutore” allora la questione comincia a cambiare.

Puoi anche prendere in esame un argomento drammaticamente “pop” in questo momento** ma cerca di far sì che il risultato del tuo progetto sia qualcosa di riutilizzabile, per esempio un framework per analizzare un qualcosa: mentre un pugno di statistiche hanno già perso di valore mentre salvavi tesi.doc, un sistema per fare un qualcosa più volte nel tempo è molto più utile.

Una volta che hai disegnato un progetto di massima, individua il modo più corretto di proporlo:

qualunque cosa tu stia facendo tieni scolpito nel tuo giovane cranio le seguente concetto

“Questo progetto serve a vendere te”

Stop. End of the story.

Quindi:

  • Il tuo progetto è l’account free di un servizio con cui ti trovi bene e poi ne vuoi la versione premium.
  • La meccanica è quella dello spacciatore: per far diventare dipendente il suo cliente all’inizio gli offre le dosi gratis della roba migliore.
  • La prassi quella del grimaldello che usa la polizia per sgominare la banda di malviventi.

Niente di più, niente di meno.

Se non ti va bene, lo trovi non etico “perché vendersi è male e tu conti perché non sei solo un conto” o ti eradichi dalla testa queste panzane, oppure aspetta che inventino gli alberi OGM su cui crescano le banconote da 100€. Auguri.

Dissertazioni sui massimi sistemi a parte:

  1. hai individuato un segmento specifico che ti interessa, non andare da tutte le agenzie ma solo quelle che hanno determinate caratteristiche
  2. hai messo a fuoco un loro problema a cui non hanno pensato e vuoi proporre loro la soluzione
  3. valida questa idea facendo una serie di domande con dei questionari
  4. questi questionari creali TASSATIVAMENTE con Google form o simili: in questo modo hai un bel file excell con nominativi e tutti i dati di contatto delle agenzie
  5. magari nello stesso excell annotati le caratteristiche dei vari contatti, potrebbe tornarti utile in futuro.

Consiglio aggiuntivo: aggiungi su Linkedin tutte le persone con cui hai parlato.

A questo punto il tuo progetto potrebbe non essere validato: in questo caso ti sto esponendo i criteri di lean startup dove, per farla breve, tu provi su carta la tua idea per vedere se funziona o meno e la correggi al volo.

Se le agenzie ti dicono con i loro risultati che la tua idea non funziona NON preoccuparti:

  • Puoi sempre evolverlo in funzione di quello che ti dicono, è un’occasione per approfondire il rapporto fra voi.
  • Oppure se non puoi più cambiarlo, non è comunque un fallimento: i tuoi interlocutori hanno sicuramente apprezzato l’atteggiamento propositivo del tuo progetto e sicuramente ti vedono in modo diverso dagli altri 18.000 che mandano il CV con la cover letter “Spettabile Ditta…”

Se al contrario l’idea, anche entro certi limiti, funziona a quel punto la situazione di mette bene per te perché a maggior ragione sei emerso dalla massa: non sei il migliore, hai tutto da imparare come tutti MA hai quel quid che fa la differenza.

Tra parentesi: le agenzie di questo tipo lavorano 64 ore al giorno per creare alle aziende quel quid che fa la differenza, quindi le conclusioni per il tuo caso sono implicite.

Nella migliore delle ipotesi il tuo progetto potrebbe diventare un servizio che eroghi a più di un agenzia, a quel punto riesci a portare a casa qualche soldino e fare molte esperienze interessanti.

Una buona notizia che può interessarti

Il Coworking Login è il posto ideale per questo tipo di progetti:

Vuoi fare una tesi sul coworking, la sharing economy , il cloud computing o sulla nascita e lo sviluppo di una startup?

Coworking Login apre le porte ai tesisti che necessitano di un ambiente stimolante, di un supporto per approfondire la propria case history, per conoscere in prima persona l’organizzazione del più grande coworking tecnologico di Milano.

Maggiori informazioni qui:

http://www.coworkinglogin.it/news/realizza-la-tua-tesi-in-login/

Ecco le realtà come i Coworking sono le più propense al dialogo, puoi cominciare da quelle, poi puoi passare alle aziende “normali”.

Quindi hai solo qualche milione di possibilità da esplorare, buon viaggio!

(*) in questo articolo non posso spiegarti come trasformare il lamentarsi in notti di sesso occasionale oppure in valanghe di soldi, magari più avanti.

(**) magari cerca di evitare un tema tipo “uso/abuso del corpo femminile in pubblicità” non tanto perché sia un argomento da non trattare (ci mancherebbe), bensì perché il problema alla radice sono più i clienti che non le agenzie. Inoltre tutto quello che c’è da dire sull’argomento è stato detto da Annamaria Testa in questo video.

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