Occhi azzurri, sorriso smagliante, savoir faire con lo sguardo in camera e un’estensione vocale da 4 ottave: sono gli ingredienti di un cantante metal nordeuropeo che sta sfruttando le dinamiche viral per far funzionare il crowdfunding del suo album.

Andiamo con ordine. Pellek, il cantante in questione, un giorno decide di fare una simpatica goliardata per farsi conoscere e nel contempo promuovere il suo progetto: attraverso youtube invita i telespettatori a richiedere la loro canzone preferita affinché lui ne faccia una cover in chiave power metal.
Dopo un po’ il gioco si fa serio e arrivano le richieste più disparate dai daft punk alle sigle dei cartoni animati, una montagna di registrazioni da fare.
Il canale si riempie di video e ognuno di questi fa il pieno di visualizzazioni.
Il tormentone di avere la versione metal della propria canzone preferita funziona, e il nostro biondino (in realtà è castano ma essendo norvegese, è biondo dentro) è riuscito a produrre il suo album.
La quantità impressionante di cover è a sua volta disponibile su itunes, per un totale di 9 raccolte tematiche.

Quindi vediamo nel dettaglio il suo business model:

bm-metal

Ogni cover cela in sé un potenziale virulento non da poco: ogni richiesta trasforma una nicchia in audience propagatrice del messaggio.
Se da una parte difficilmente i fan dei Daft Punk non saranno particolarmente motivati a comprare l’album, dall’altra per divertimento tenderanno a condividere il video di Harder faster better.
Abbiamo quindi una dinamica assimilabile a quella che avevo già disaminato nel caso del blogger, con il vantaggio della possibilità di istanziarsi su nicchie diverse.
La fortuna di questo metodo è la replicabilità attraverso varie nicchie: ne vediamo la riprova dai numeri di visualizzazioni di cover degli ABBA e del tema dei Cavalieri dello Zodiaco.
Ogni insieme di cover cattura segmenti su segmenti di ascoltatori, estendendo notevolmente la visibilità altrimenti confinata all’interno del genere.
Le 26.916.837 visualizzazioni costituiscono un introito a latere dato dalla partenership con youtube, quindi ogni N visualizzazioni Pellek & soci portano a casa un bel gruzzolo.

Quindi, riassumendo all’osso, l’operazione, la viralità dell’iniziativa ha portato:

  • i soldi delle visualizzazioni dei video delle cover
  • i contributi dell’iniziativa di crowdfunding
  • gli introiti dalla vendite delle collection su youtube
  • ora ovviamente sta anche incassando dalla vendita dell’album.

Dal punto di vista dell’immagine, Pellek ha apportato l’innovazione di non fossilizzarsi all’interno di criteri che di norma determinano l’appartenenza al genere.
Questi sottogeneri musicali sono tendenzialmente refrattari alle contaminazioni per consolidare l’identità e il senso di appartenza alla subcultura: Pellek ha optato per virare su una trovata – bollata dai puristi come “un’orribile operazione commerciale” – partendo dal presupposto che si possa suonare il genere senza obbligatoriamente prendersi troppo sul serio.
Probabilmente il piano a lungo termine di Pellek, visto anche il tecnicismo con cui si promuove puntando sulla sua estensione vocale, è quello di posizionarsi come cantante professionista piuttosto che circoscriversi a un singolo sotto genere chiudendosi porte ad esperienze diverse.

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