Leggere questo libro per me è stato seccante:
seccante perché ci ho messo troppo poco,
seccante perché mi sembrava di averlo già letto.
Starete pensando:
ci stai dicendo che questo libro è stato spudoratamente copiato?
E’ la traduzione non dichiarata di un titolo estero?

No.

Per me è seccante il fatto di essere dannatamente d’accordo con l’autore:
molti punti trattano cose che io vado dicendo da anni, ma ovviamente nessuno mi crede;
speriamo che credano a lui, visto che ci sfodera questo irresistibile sorriso che sembra Sberla degli A-Team in versione italiana.

Partiamo dalla copertina. I soliti oltranzisti cominceranno a rompere le scatole sin da titolo:
“Ecco uno che mette la parola precari nel titolo, poi si pone con quello sguardo da tizio che arriva e con la bachetta magica risolve tutti i problemi di una nazione. L’ennesima operazione commerciale messa a punto dal furbo di turno per speculare sui nostri magri stipendi”.

Se siete nella schiera che parte da questi presupposti, benissimo:
continuate a giudicare dalla copertina – senza approfondire – sia il libro che la realtà che vi sta attorno, tanto non avete bisogno di altro.
E soprattutto mi raccomando: continuate a lamentarvi, possibilmente su Facebook perché c’è magra di post del genere.

Scusate, ho divagato: torniamo alla copertina…

Sì, è commercialissima! E proprio sul concetto di vendita verte uno dei capitoli più interessanti del libro: parla del sapersi promuovere e togliersi dalla testa il preconcetto che la cosa sia negativa e truffaldina in sé, su questo il nostro Lorenzo è squisitamente chiaro e intellettualmente onesto:
non si tratta di fottere nessuno, si tratta del vecchio adagio “true well said”.

Il libro sprona il lettore, tipicamente disoccupato dai 20 in su, a re-inventarsi in un’era completamente diversa rispetto a quella delle generazioni precedenti: il posto fisso in un ufficetto è ormai uno stereotipo relegato a fantozziana
memoria; oggi bisogna darsi un mossa e muoversi in più direzioni.
In sostanza, l’autore ci dà numerosi spunti su come utilizzare la situazione instabile a nostro favore, non si addentra in comode guide for dummies su cosa fare/non fare, piuttosto ci dà input sul come.
Per essere più precisi ci dà degli spunti su come cambiare il paradigma di pensiero per orientarlo all’ottenimento degli obiettivi.
In pratica: da piccoli ci hanno detto che se avessimo fatto i bravi, avremmo avuto il pacchetto completo – macchinetta, casetta, mega televisore del cazzo, etc… – come diritto acquisito.
Non è più così: babbo natale non esiste e la fata dentina è Dwayne Johnson.

Rassegnatevi.

Ci sono anche un paio di dritte non male su come ottenere risultati e cogliere opportunità: come sfruttare il vostro social graph (gli amici degli amici degli amici…) per ottenere un colloquio di lavoro, come sfruttare al meglio una posizione precaria e trarne tutti i vantaggi per posizionarvi meglio in un momento successivo, etc…

Nel libro viene definito il concetto di “neo precario”: una persona che si adatta in maniera liquida – aggettivo che va tanto di moda di questi tempi e ci sta tutto in questo caso – alla situazione per trarne una posizione “instabilmente stabile”.

Cosa si intende per instabilmente stabile? Prendetevi il libro, lo trovate anche in comodo formato digitale!

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